Tirai il ragazzo per un braccio, ridendo come una deficiente. «Non cambierai mai, sei peggio di una lumaca, dio.» Continuai a ridere con quella risata che probabilmente mi distingueva dal resto del mondo, probabilmente perchè era speciale, sincera, allegra. Ero felice. Continuai a trascinarlo con me verso un panchina e lo spinsi per farlo sedere. «E ora,da bravo migliore amico, mi fai spazio sulle tue gambe.» Mi lasciai sfuggire un sorriso, lanciandogli un'occhiata serena. Quando lo guardavo mi sentivo in pace con me stessa e col resto del mondo. Quel suo modo di fare mi aveva sempre colpita,era impossibile ignorarlo.
Cercai di divincolarmi alla sua stretta muovendomi ovunque per avere libertà di movimento ma era chiaramente impossibile. «Non ho possibilità di uscita, vero?» Accennai un sorriso arresa dall'idea che aveva molta più forza di me. Istintivamente mi accoccolai tra le sue braccia, poggiando il viso nell'incavo del suo collo. «Hai un buon odore.» Risi lasciandogli un bacio sul collo.